Qualche dato per far vedere al tuo collega che è andato due volte in un Coworking che ne sai più di lui 😁
Numeri e sviluppo territoriale
Il coworking in Italia è un sistema variegato e in rapida evoluzione, non solo in termini numerici ed econo- mici, ma anche come modello organizzativo. Nei limiti determinati dalla eterogeneità del sistema e dalla sua continua evoluzione, si propone una descrizione del fenomeno elaborata a partire dai dati raccolti da Italian Coworking aggiornati a novembre 2019.
Di spazi di lavoro condivisi, fatti per accogliere professionisti e imprese che lavorano indipendentemente, all’inizio del 2010 se ne contavano forse una decina in tutta Italia, quasi tutti concentrati nelle grandi città del centro-nord.
Oggi i coworking sono cresciuti velocemente in tutto il Paese. Alla data di questo articolo, se ne contano 739 (fonte italian coworking), grossomodo 1 coworking ogni 84.000 abitanti.
Il 60% dei coworking opera nel Nord Italia (425) con una prevalenza nel Nord-ovest ed una crescita più sostenuta che nel resto del paese. La Lombardia, in particolare, è senza dubbio la regione dove sono più presenti, non solo perché qui sono concentrati più di ¼ dei coworking italiani, ma anche perché qui si registra l’offerta più alta di spazi per abitante (1 coworking per ogni 52mila ab.)
I coworking italiani non sono più una realtà limitata alle grandi città. Guardando al numero complessivo, più di 1 spazio su 4 ha sede in un agglomerato al di sotto dei 50mila abitanti e la metà di questi opera in comuni al di sotto dei 20mila.
Nei piccoli comuni prossimi ad aree metropolitane si sta sperimentando quello che potremmo chiamare il coworking per pendolari (Commuting coworking), che con l’affermarsi dello smartworking (lavoro agile) offre il vantaggio di lavorare vicino casa in alcuni giorni alla settimana.
Aree di potenziale di espansione
Comuni | # Coworking nov. 2019 | Diff. Dicembre 2018 | % Coworking | Popolazione residente | % pop. residente | Tasso Coworking / popolazione residente |
---|---|---|---|---|---|---|
<20K | 117 | +16 | 17 | 28.224.159 | 48 | 241.232 |
>20K <50k | 99 | +8 | 14 | 11.128.088 | 19 | 112.405 |
>50K <100k | 105 | +3 | 15 | 6.393.074 | 11 | 60.886 |
>100K <500k | 179 | -4 | 25 | 6.731.014 | 11 | 37.603 |
>500k | 204 | +20 | 29 | 6.731.014 | 11 | 32.995 |
Italia | 704 | +39 | 100 | 59.207.349 | 100 | 84.101 |
A guardare un indicatore rozzo come quello della densità per popolazione si capisce che ci sono ancora molti margini di crescita per il coworking in Italia, sia nelle grandi città (oltre 100mila ab.) che in quelle piccole.
In media nei centri urbani più grandi (oltre 100mila ab.) è attualmente presente 1 coworking ogni 37mila abitanti, mentre nei comuni medi (50–100mila ab.) la densità decresce notevolmente (e ovviamente) fino ad arrivare a 1 coworking per oltre 240mila abitanti nei comuni al di sotto dei 20mila.
Un dato fondamentale su cui riflettere è che questo numero di coworking andava a soddisfare una parte dei circa 570.000 smart worker presenti nel 2019. Ma oggi siamo di fronte ad un mondo che ha radicalmente cambiato pelle.
L’esperienza forzata ed emergenziale che oltre 6,5 milioni di lavoratori hanno fatto durante il lockdown della scorsa primavera e di questo inverno ha messo drammaticamente in luce come “l’organizzazione tradizionale del lavoro sia basata su assunti oggi largamente superati e palesemente inadeguati a interpretare l’epoca in cui viviamo” per usare le parole del professor Mariano Corso, responsabile scientifico dell’Osservatorio Smart working della School of management del Politecnico di Milano
Secondo i dati dell’Osservatorio nel post pandemia continueranno a lavorare da remoto più di 5 milioni di smart worker fino a 3 giorni alla settimana creando un’opportunità di investimento e sviluppo del settore enorme.
La Curva dello Smart Working
Passata l’emergenza, sempre secondo lo studio dell’osservatorio, il 51% delle grandi imprese dice che agirà sugli spazi fisici, modificandone le modalità di utilizzo per venire incontro alle nuove esigenze lavorative dei propri dipendenti.
Questo significa che tante aziende avranno una abbondanza di superfici uso ufficio potenzialmente inutilizzate e la soluzione che abbiamo individuato è proprio l’ottimizzazione di questi spazi con l’apertura di punti partner Changes coworking.
In pratica le aziende mantengono la loro identità e struttura ma, con il supporto di Changes, possono avere benefici a livello operativi e strategici. Inoltre. grazie alla fornitura di strumenti altamente differenzianti riusciranno ad avere margini interessanti mettendo a reddito spazi che altrimenti rimarrebbero inutilizzati. E questo non solo nelle grandi città ma anche nei piccoli centri urbani che in futuro avranno sempre più necessità di offrire spazi di lavoro flessibili a coloro che pendolari lo saranno sempre meno.