Il concetto di coworking aziendale è tra i più audaci concetti di gestione aziendale delle persone dell’ultimo decennio. Si differenzia dal coworking “tradizionale” in quanto un unico ambiente ospita sia i dipendenti di una società sia liberi professionisti, startupper o anche dipendenti di altre società.
Il mondo del lavoro sta rapidamente cambiando, la pandemia che ancora stiamo vivendo su questo ha dato un fortissimo impulso e la forza lavoro è sempre più in movimento, anche nel nostro paese: per il 2021 Nomisma stima che il 16% dei worker italiani svolgerà almeno una giornata di lavoro da remoto (oltre 3 milioni di occupati). E questo dato non riguarda esclusivamente i telelavoratori a tempo pieno, ma comprende anche i tradizionali dipendenti d’ufficio e aziendali. Per questi ultimi, i benefici di un ambiente di coworking potrebbero non essere immediatamente evidenti. Se non si cogliessero le grandi potenzialità del coworking, si potrebbe pensare che in azienda già si ha accesso a servizi quali Internet ad alta velocità, stampanti e sala conferenze.
Jeremy Neurer, il CEO di Next Space, società di coworking nella zona della baia di San Francisco, dice che bisogna essere pronti alla nuova realtà dei coworker aziendali:
“Immagina di essere un dipendente di una grande azienda, – suggerisce Neurer – ora immagina di spostarti dalla tua postazione di lavoro per entrare in uno spazio di coworking; sei fuori dal tuo spazio chiuso, ora stai interagendo con persone che provengono da altre aziende o startup. Anche solo la vicinanza, confrontarsi con altre persone, non puoi sapere quale grande idea possa stimolare, idea che puoi riportare nella tua azienda”.
Pare che soprattutto negli Stati Uniti le grandi aziende stiano sperimentando al loro interno il coworking come modalità per rivitalizzare la creatività attraverso l’interazione tra le persone. Infatti, nonostante siano da riconoscere vantaggi anche economici, in termini di risparmio sui costi immobiliari ed entrate derivanti dagli affitti delle postazioni, l’obiettivo principale per le aziende che adottano come modalità di lavoro il coworking, è certamente quello di generare e stimolare idee innovative. È ormai condivisa l’idea che la società si stia evolvendo e che stiamo passando da una Money-Centered-Economy ad una Human-Centered-Society.
Il coworking, tuttavia, non è stato ancora adeguatamente accolto dalle aziende italiane e questo può trovare una spiegazione nella consolidata prassi aziendale della segretezza: molte aziende spendono tempo e denaro per cercare di proteggere le proprie idee e innovazioni, percependo quindi come rischiosa l’idea di mettere i propri dipendenti magari accanto a dipendenti di altre aziende o startup. Spesso in caso di spazi sfitti all’interno dello stabile si è cercato di procedere con classiche formule di affitto per le pertinenze non utilizzate. Oggi però questo modello non sembra essere vincente per due principali motivi:
- la difficoltà di trovare potenziali singoli conduttori;
- il forte rischio di andare incontro a morosità affittando i singoli spazi ad un soggetto unico.
Tuttavia, quello che può sembrare un rischio per le aziende è, in realtà, una fonte di innovazione e produttività. In un recente sondaggio, Deskmag ha trovato che il 71% di dipendenti aziendali ha riferito di aver avuto una spinta nella creatività dal suo ingresso in uno spazio di coworking e il 62% ha riferito che lo standard di lavoro era migliorato. Inoltre, il 64% è stato maggiormente in grado di completare le attività in tempo e il 90% dei collaboratori ha riportato un aumento di fiducia in se stessi.
Anche se si è riscontrata una certa resistenza, almeno iniziale, da parte delle aziende, il coworking aziendale è, ad oggi, un settore in crescita. Coworking è diventata una parola d’ordine nel settore tecnologico, sulla scia del mantra “Innovation doesn’t happen in isolation”. Infatti è già stato provato da aziende Tech quali AT&T, Ericsson, Twitter e Plantronics. Altre aziende low-Tech, come PwC, Steelcase, Accenture e Amway, lo hanno già utilizzato con successo, mentre Yahoo ha condiviso per anni l’edificio in cui aveva sede l’Area Ricerca e Sviluppo con altre aziende.
Quali benefici per l’azienda che apre un Punto Partner Changes Coworking?
Essere a contatto con persone con competenze verticali diverse ed intraprendenti è di per sé stimolante e vedere il successo degli altri può motivare a lavorare di più, al fine di tenere il passo e non restare indietro. Inoltre, la collaborazione favorisce un clima disteso e un ambiente produttivo, in cui i progetti si sviluppano per affinità e la cooperazione ha come prerogativa la meritocrazia.
Un ulteriore vantaggio derivante dal coworking aziendale Changes è l’opportunità di reclutamento: l’azienda ha la possibilità concreta di vedere e valutare il lavoro dei non-dipendenti e se vi fosse tra questi qualcuno che si distingue per capacità e competenze e le cui caratteristiche si rivelano essere utili e funzionali alla crescita dell’azienda, quest’ultima avrebbe tutto l’interesse a portare quella persona al proprio interno.
Un altro beneficio è quello di una maggiore conoscenza, da parte dei dipendenti aziendali, dei processi di collaborazione, innovazione e imprenditorialità: lavorare fianco a fianco con decine di startupper e innovatori aumenta la probabilità che i dipendenti aziendali acquisiscano maggiori informazioni su una efficace imprenditorialità e su come collaborare con successo, innovare e ridurre il time-to-market. Inoltre il coworking aziendale Changes, stimolando l’interazione tra lavoratori appartenenti a settori ed ambiti anche completamente diversi, consente un apprendimento molto più ampio e più veloce.
Un altro vantaggio può essere rappresentato dal fatto che all’interno dell’ambiente di coworking l’azienda può facilmente reperire professionisti cui richiedere consulenze, magari a prezzi agevolati. Arriviamo, così, all’ultimo beneficio, quello economico, tra i vantaggi anche una riduzione sui costi immobiliari.
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