Previsioni di coworking 2021: le prospettive “Next Normal”

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Numero di spazi di coworking in aumento

La stragrande maggioranza degli spazi di coworking intervistati in una recente ricerca condotta da Deskmag ha mostrato prospettive interessanti e prevede che ci sarà un numero maggiore di spazi di coworking! Questa tendenza sarebbe particolarmente evidente al di fuori delle grandi città.

Più nomadi digitali – meno viaggi di lavoro

La pandemia da coronavirus ha ridotto i viaggi di lavoro nel 2020 a un livello senza precedenti. Una volta terminata la pandemia i viaggi di lavoro torneranno ai livelli precedenti o saranno parzialmente sostituiti da video call a distanza?

Per le persone che lavorano negli spazi di coworking, dipende dallo scopo di quel viaggio. Due terzi degli intervistati si aspettano un aumento del numero di nomadi digitali rispetto a prima della pandemia.

Perché? Probabilmente perché tali viaggi consentono esperienze che le persone non possono riprodurre online. E la domanda per loro aumenterebbe dopo questa lunga assenza di viaggi.

D’altra parte, i viaggi di lavoro si verificheranno meno frequentemente rispetto a pre-Covid. Molti di questi saranno sostituiti da riunioni online.

2020: l’anno del ‘lavoro da casa’

Quali immagini del 2020 sono diventate iconiche? Una su tutte Anna Wintour della rivista Vogue seduta davanti al suo laptop a casa in pantaloni della tuta!

Se all’inizio lo smartworking erano è giocoforza coinciso con il lavoro da casa, con il progressivo allentamento di divieti e restrizioni se n’è scoperto il significato più autentico: lavorare da remoto si, ma non necessariamente entro le mura domestiche.

È in questa evoluzione che si inserisce l’indagine di Nibol, la start-up dell’ufficio diffuso, condotta su un campione di 20mila smartworker che ha messo in luce, come anticipato, le controindicazioni del trasformare la casa in ufficio.

Nel dettaglio, il 30% dei partecipanti al sondaggio ha indicato come primo aspetto negativo la solitudine in cui si è costretti a lavorare stando a casa e la mancanza di relazioni con colleghi e clienti.

Segue, con il 28% delle preferenze, la condivisione forzata degli spazi di casa. Figli che seguono la didattica a distanza, compagne e compagni a loro volta in smartworking, la presenza di animali domestici: «La convivenza in una stessa stanza e la condivisione di computer e connessione internet sono motivo di stress per chi lavora da casa» fa sapere Nibol sulla base del sondaggio.

Ancora, «per il 20% degli intervistati, lavorare da casa significa perdere completamente il work-life balance: lavorare nello stesso luogo in cui si cucina, ci si rilassa sul divano provoca una continua invasione dell’ambito professionale in quello privato e viceversa. Col rischio di passare la giornata in pigiama».

2021: l’anno del ‘lavoro vicino casa’?

Come cambierà il lavoro nel 2021? Che ruolo avranno gli uffici? Come gestiremo l’organizzazione e la relazione con i dipendenti? Come cambierà l’esperienza di lavoro? Cosa rimarrà online e cosa invece tornerà a svolgersi prepotentemente dal vivo?

Queste le domande che hanno riecheggiato in molte riunioni di fine anno, tra dubbi su pandemia e post Covid e necessità di avere qualche certezza. Ma la certezza è una: il lavoro come lo abbiamo vissuto fino a inizio 2020 non c’è né ci sarà più, quello che abbiamo sperimentato, forzatamente, nel corso dell’anno sarà di ispirazione per creare quel o quei new ways of working che segneranno il futuro.

Smartworking o nearworking?

Secondo le previsioni, lavorare da casa continuerà ad essere comune anche dopo la fine della pandemia. Lo aspettano in particolare gli spazi di coworking al di fuori dei grandi centri.

Tuttavia, gli spazi di coworking si aspettano che le persone lavorino “vicino a casa” più spesso in futuro. Questa tendenza è ancora più forte in quelli, che fino a poco tempo fa, venivano chiamati quartieri dormitorio e nelle cittadine limitrofi alle grandi città in cui vivono gran parte dei pendolari. 

Prima della pandemia, la maggior parte dei nuovi membri degli spazi di coworking ha lavorato da casa. Perché dovrebbe essere diverso una volta che la pandemia è finita? È probabile che la richiesta di un’atmosfera lavorativa socievole ma produttiva sia più alta che mai dopo mesi di isolamento e distrazioni indesiderate.

Socialità, flessibilità di orari e ambienti, tecnologia ma anche sicurezza e igiene: sono questi i bisogni che emergono con più forza per l’ufficio del 2021. Infatti, le caratteristiche principali dell’ufficio ideale sono che sia tecnologico, ma anche attento al benessere e confortevole, funzionale e con spazi ibridi. Accogliente, aperto, condiviso e in connessione con l’esterno, flessibile e sicuro.

Socializzazione

Le persone che durante il primo lockdown (marzo-maggio 2020) e nei mesi successivi hanno lavorato da remoto hanno sviluppato un forte bisogno di socialità: è stata infatti la mancanza di networking e di relazioni tra colleghi a pesare di più su chi ha lavorato da casa. Emerge il desiderio di avere uffici flessibili nel senso di adattabili in base alla situazione e al compito da svolgere in un determinato momento della giornata. Riguardo ai servizi, quelli più richiesti riguardano la pausa pranzo, come servizi di delivery o locker refrigerati e poi il parcheggio.

Giorgio Cappelli